ODE AL CONTENITORE TUPPERWARE

La parte peggiore è che ogni sera ti devi spulciare queste benedette verdure, pesarle, pulirle, eventualmente cuocerle e poi riporle nei mitici contenitori Tupperware in modo da averle pronte per pranzo l’indomani. Uno sclero. Comunque la seconda seduta è andata un po’ in calando. Un’ora e mezza di attesa in mezzo alla signora Pautasso e alla marchesa Ribotta – ho dovuto chiedere alla signora Sandra (l’infermiera) di procurarsi per carità qualche altro settimanale che non sia Grazia, CasaViva, EvaTremila. Che so, un Focus basterebbe alla bisogna. Poi il trono, le Davidoff, gli aghi (stavolta hanno punto un po’ di più) e la cuffia magnetica. Purtroppo in un’altra postazione, un po’ meno comoda. La fame stava cominciando a farsi risentire. Ho finito alle nove. Stavolta forse mi ha rilassato anche troppo. Burp! Per la cronaca, ho già perso due chili…

2 risposte a “ODE AL CONTENITORE TUPPERWARE”

  1. Ti ci vedo con gli aghi nelle orecchie e le cuffie magnetiche, sisisisi ti ci vedo proprio a mo’ di mostro alieno anni ’50 :-)))

    Ciao!

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