MEANWHILE…

MEANWHILE...Non è un record, ma insomma… Quasi due mesi senza scrivere nulla è comunque un fatto negativo per uno che voleva riprendere a pubblicare qualcosa sul blog. La pigrizia serale però mi rende tutt’uno con il divano, e non è semplice ritagliarsi margini di concentrazione per raccontare qualcosa in più di tre righe di testo.

Il fatto è che per scrivere, per avere un output, serve anche un input continuo, ossia serve leggere, fare esperienze, vedere cose. In questi due mesi l’esperienza è prevalentemente cambiare pannolini, ripararsi dalle ondate di schizzi di residui di cibo a ore pasti, rincorrere la Creatura in ogni dove evitando che finisca sotto un’auto / che brandisca oggetti contundenti da lanciare alternativamente a gatti, cani, bambini, adulti / che cada rovinosamente in tombini, pozzanghere, trombe delle scale. Un anno e mezzo è bello, ma ne risente il cervello. Siamo diventati come quei genitori che segretamente giudicavamo male, che si voltano dall’altra parte con sguardo vacuo mentre poco più in là la Creatura escogita qualche nuovo danno da fare o perturba la pubblica quiete con rumori e odori molesti. Anzi, siamo allo stadio del “prendi il tablet, basta che stai zitto” (peraltro, adesso la Creatura si incazza anche se gli proponi tu un video su YouTube: no, se li cerca lui da solo, approdando su inquietanti canali pakistani o kazakhi di nursery rhymes recitate o cantate in un inglese pronunciato con accenti assurdi, molto Borat). Esaurito l’argomento puericultura, che come potete capire ci vede molto preparati e sul pezzo, cosa è successo nelle ultime settimane? Poco. O molto, a seconda dei punti di vista.

Ho ripreso a leggere bene, e sto ultimando un libro che mi appassiona e mi stimola. Ne parlerò presto un po’ più diffusamente: si tratta di Il Regno di Emanuel Carrère. Nel frattempo porto avanti anche La schiuma dei giorni di Boris Vian (libro che avrei dovuto leggere a vent’anni, adesso non è più tempo e ahimé non risuona come dovrebbe) e ho macinato anche il Golem di LRNZ, un graphic novel stupendo di cui vorrei parlarvi a breve. Ho smesso di comprare fumetti perché spendevo troppo in edicola, e adesso la mia vita è recchionicentrica e compro solo Dylan Dog, un po’ per abitudine ma soprattutto perché il ragazzo sa vendere le sue cose e mi sembra ci sia un notevole salto di qualità nelle storie mensili e in quelle speciali.

Al cinema come è evidente non vado più da tempo, e meno male che mi vengono in aiuto Popcorn Time o Altadefinizione.tv a seconda dei casi. Ultimi film veramente intriganti visti su questi schermi: Birdman e Interstellar. Ore di concentrazione assoluta (diciamo per non addormentarmi) ma sono stato abbastanza ben ripagato. I film vanno scelti bene perché poi rischi di passare almeno tre serate a vederli. Come dicono spesso molti giovani genitori™, la dimensione più consona alle serate post nanna del pupo è quella delle serie TV. E qui scendiamo nel gorgo delle puntate macinate. In questi ultimi mesi è finito definitivamente Glee (dopo 6 anni tirati in lungo era anche ora), abbiamo visto The Walking Dead (serie in stanca che poi ti sorprende in tempo per i tre episodi finali), Downton Abbey (impossibile staccarsene) e Shameless (l’unica vera dramedy rimasta da guardare con voracità), iniziato Better Call Saul (sono a metà, non ho macinato come è mio solito, ma questa va più centellinata), perseverato con Person of Interest (resta la serie action che guardo con più piacere), dato una buona possibilità a Gotham e Daredevil (di Marvel invece non sono ancora riuscito ad appassionarmi agli Agents come il collega Max Alone). ora ricomincia Game of Thrones quindi zitti tutti, ché ha il pregio di avere il sesso e i draghi, e quindi per natura batte tutte le altre serie in circolazione. Per il resto mi sono tenuto un’intera stagione di Girls da vedere, una maratona di sei stagioni di Mad Men e un recupero più recente per House of Cards. Probabilmente mi metterò in pari in estate.

Che altro dire: ho ricominciato a mettere in piedi piccoli progetti a basso tasso di impegno, insomma, su misura per me e per le persone che mi accompagnano nei miei percorsi concentrici. Nei miei moti ondosi. Nelle mie fughe centripete. Insomma, non saprei come definire questi moti della creatività umana.

In ogni caso la vita è bella. Ingiusta, sporca, noiosa, ma sempre bella. No?