ZAZIE, PUNK ANTE LITTERAM

Per la serie: il recupero delle gemme perdute, vi segnalo l’uscita in DVD di un piccolo classico poco conosciuto del cinema francese – Zazie dans le métro di Louis Malle. Un film che, pur risalendo al 1960, definirei punk ante litteram. Malle prende le intuizioni stilistiche di Godard e l’approccio al racconto di Truffaut e confeziona una commedia allegramente distruttiva a misura di dodicenne che rappresenta un vero e proprio campionario della nouvelle vague francese (e di tutto il linguaggio cinematografico possibile, direi). C’è molta comica del muto e c’è tutta la ribellione beat, c’è l’improvvisazione jazz, il montaggio assurdo, la recitazione straniata ma divertita… insomma per me un capolavoro assoluto. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Raymond Queneau, da leggere assolutamente in lingua (disponibile a poco prezzo per le edizioni Folio). A questo proposito mi sento di dare una dritta in più. Ho scoperto in via San Massimo a Torino una libreria piccola e affascinante, dedicata esclusivamente ai testi francesi. Si tratta di Voyelles (che nome delizioso e rimbaudiano), la "librairie de la francophonie". Con le commesse, si parla solo francese. L’effetto "esistenzialismo" è assicurato.

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LOSTMANIA: LA FINE DELLA SECONDA SERIE

VEDERE
Lo so, non dovrei dire nulla perché la maggior parte di chi legge ha appena finito di vedere l’ultima puntata della prima serie di Lost su Rai2 ed è già abbastanza arrovellato sulla botola e cosa si nasconde lì dentro, sulla zattera, su Walt, su "gli altri", e su cosa accadrà a Sawyer. Abbiate fede: la seconda serie risolve tutti questi interrogativi (nel tempo) e ne pone altrettanti, se non molti di più, nel corso delle sue 24 appassionanti puntate. Peccato che nel season finale andato in onda questa settimana io sia rimasto con ancora più interrogativi nella testa rispetto alla prima serie! Non rivelerò nulla che possa rovinare la sorpresa, in ogni caso lo scrivo in bianco, per rispettare chi non vuole sentire nemmeno un riferimento, ma… Chi cazzo è ‘sto falso Henry Gale alla fine? Dio, quanto mi fa incazzare! E che fine faranno Desmond, Eko e Locke? Chi sono i Widmore, e hanno qualcosa a che fare con la Dharma Initiative? Riusciranno Michael e Walt a fuggire? Cosa succederà a Sawyer (che ha trovato la "mappa a memoria" di Locke), Kate e Jack? E Sayid, Jin e Sun? Me li lasciate lì, così, a bordo di una barchetta? Ma soprattutto che ruolo ha Libby in tutto questo? Si prevedono molti flashback esplorativi su di lei nella terza serie… [Evidenziare il testo precedente per leggere]. Insomma, Adesso mi toccherà per forza di cose attaccarmi a Lostpedia ogni volta che esce una teoria nuova, o trovarmi con Suz in oscuri meandri taurinensi per sussurrarci vicendevolmente nuove e misteriose teorie. E poi ci sono cose che sono state un po’ lasciate in sospeso fin dalla prima serie. Tipo: vorrei saperne di più sul fumo nero. Sulla Black Rock (la barca) e su come è finita lì… Insomma. Uffa. E adesso?

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QUANDO VOGLIO, DI FILM NE GUARDO A PACCHI

Vai con il post a punti su quanto di buono ho visto in DVD nelle ultime settimane… Al cinema purtropo ultimamente ci sto andando meno, e al massimo vi posso dire cosa ho intenzione di non perdermi nei prossimi giorni/settimane/mesi: Volver, Il codice Da Vinci, Marie Antoinette, X-Men 3, Babel, La casa del diavolo, Il presagio (remake), Cars, Sin City 2).
A HISTORY OF VIOLENCE
L’ultimo Cronenberg con Viggo Mortensen, tratto da un fumetto serio, geniale. Genere noir ultra-classico, assolutamente atipico per Cronenberg, però incisivo, secco. Una storia magari anche poco originale (il protagonista sarà chi dice di essere o sarà veramente un assassino?), ma risolta filmicamente in modo originale. Geniale il finale, nel silenzio familiare. Esplosioni di violenza trucidissima collegate ad una storia per certi versi anche molto tenera. Nudi (di Maria Bello) a go go che rendono il film appetibile anche per gli appassionati del pilu… 
ME YOU AND EVERYONE WE KNOW
Spinto dall’entusiasmo di Léaud, non posso che certificare: un film geniale. Una regista (Miranda July, anche stralunata protagonista) che propone un’ottica femminile sull’amore, sul sesso e sulla ricerca di un partner. Il tutto risolto in modo surreale e anche un po’ malato (vedi gli accenni pedofili che fanno pensare ad un’altra commedia acida come Happiness di Solondz) ma sempre con ironia. Le storie e gli accoppiamenti sono sensazionali. Irritante in molti punti ma di quell’irritazione che fa sorridere. Assurdo. Fantastico. 
DEMONI
Il cult anni 80 con Natasha Hovey (meravigliosa donna bambina), rivisto in questi giorni, assolutamente fantastico. Lo splatter è a mille, e del resto quello era il periodo d’oro. Ogni volta che si vede un démone parte a palla la musica di Saxon, Motley Crue, Iron Maiden, AC/DC (sapete no, quando c’era la mania che i film horror dovevano per forza avere la musica heavy metal). Recitato di merda, in più di un passaggio suscita una sana risata involontaria. Ma gli effetti speciali, l’idea di base, la regia e il montaggio sono da applauso. E del resto il buon Lamberto Bava è figlio di tanto padre… 
GOONIES
Dio santo, ma ve li ricordate i Goonies? Presi a prezzo stracciato in un Blockbuster e mai visti se non al cinema quando avevo 14 anni….! Bisogna superare il fatto che i maledetti mocciosi urlano in continuazione per tutto il film, ma a parte questo è tutto assolutamente fantasmagorico! Che figata… i cunicoli, le gallerie, la ricerca del tesoro, i "tipi" della serie "il ciccione con la r moscia", "l’orientale inventore", "il ragazzino tamarro stile elvis", "quello con l’inalatore per l’asma" (che poi è il mitico Sam Gamgee del Signore degli Anelli)… Non ne fanno più di film così. Questi sono i film che ti fanno stare bene. E non dimentichiamo il pezzo di quella gran gnocca di Cindy Lauper!
MR. E MRS. SMITH
Delirante blockbuster con Brangelina (ormai sono una persona sola) assolutamente inverosimile e sopra le righe, come piace al box office globalizzato. Non posso certo negare, però, che tra un’esplosione e l’altra ci sia la scena "calda" che ti fa capire perché il bel Brad abbia deciso di ingravidare la sexy Angelina. Se le danno di santa ragione in cucina in salotto e persino nel ripostiglio, scardinando tutti i mobili di casa e ovviamente dopo il pestaggio si rendono conto che in realtà si amano ancora e trombano sanguinosi e sudati: imperdibile!
SAW 2
Doveva essere più splatter del primo, ma alla fine ti mette tristezza. Sfrutta per un’ora e mezza una singola idea, per di più non originale (dato che è la stessa del primo film) e mette tutte le vittime nella stessa casa blindata in un gioco al massacro un po’ troppo The Cube. Psicologia zero (o, se c’è, è da quattro soldi), splatter molto all’acqua di rose (quanto era meglio la scena della sega nel primo Saw?), estetica da videoclip che fa venire mal di testa dopo 5 minuti. Colpo di scena finale da far rotolare le palle sotto il subwoofer.
IN HER SHOES
Temevo il lacrima-movie, e invece no. Cioè, è chiaro che un film basato su due sorelle diverse tra loro che si allontanano e poi si riavvicinano grazie all’aiuto della nonna mai conosciuta è un classico film da donne. Ma Curtis Hanson non ha perso la mano santa (ricordiamoci sempre di Wonder Boys), e il film è divertente, ben scritto, ben recitato e la lacrima c’è solo nei momenti giusti (eticamente giusti). Il plus che comunque batte tutto: plurime visioni di scorci delle natiche di Cameron Diaz.
FURORE
Poi mi accusano di prediligere il cinema di papà. Ma alla fine è così. Ti devi disintossicare dall’estetica clip/game unidimensionale del 90% del cinema odierno e rifugiarti in John Ford. Proprio io, che non l’ho mai amato molto (a parte il mitico Sentieri Selvaggi), mi ritrovo a piangere sulla storia di Tom Joad e della sua famiglia al tempo in cui l’America per qualche anno era diventata il terzo mondo. Potente, giusto, vibrante, moderno più di qualsiasi film del 2006. Con il mitico finale tagliato nell’edizione italiana "We’re the people that live. They can’t wipe us out, they can’t lick us. We’ll go on forever, Pa, ‘cause we’re the people". Immenso.

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