10 ANNI DI VIDEO DIGITALE

10 ANNI DI VIDEO DIGITALEQuesto è un anniversario molto particolare: non c’entrano compleanni, matrimoni o simili. C’entra, in un certo senso, una nascita. Il 15 dicembre 2004 infatti, usciva per i tipi di Tecniche Nuove il libro “Come si fa un video digitale”. A prima vista il solito manualetto da scaffale di informatica delle librerie. Ma con un particolare decisivo: il mio nome, e quello dei miei amici e sodali Lorenzo Corvi e Marco Mion in copertina. Come si fa un video digitale (cliccando potete leggerne ampi stralci su Google Books, e comunque tanto mi sa che è abbastanza esaurito dappertutto – forse ne trovate ancora una copia su Ibs.it) è un libro strano. La fascetta recita così

Il libro va oltre il semplice manuale d’istruzioni per l’uso della videocamera, proponendo al lettore percorsi organizzati per obiettivo: le riprese in vacanza, le cerimonie di famiglia, il documento di attualità, la fiction. Ogni capitolo propone elementi di tecnica cinematografica e consigli dettati dall’esperienza degli autori, spaziando dalla scelta degli accessori al posizionamento di luci e microfoni. Il ricorso a frequenti citazioni tratte da film celebri rende le spiegazioni divertenti e di facile comprensione. Dopo aver analizzato i software e le pratiche di montaggio digitale, il testo propone consigli per promuovere e diffondere i propri filmati sfruttando le opportunità fornite da Internet“.

In sintesi, si è trattato di un compromesso tra noi tre – che volevamo scrivere il nostro manuale di “cinema zero budget” forti dei nostri primi esperimenti di guerrilla filmmaking, passati giusto in qualche festival italiano – e la casa editrice, che desiderava appunto un manuale dedicato ad un target che avrebbe preso una videocamera in mano sostanzialmente per farci i filmini delle vacanze o del battesimo del nipotino. Anche la scrittura del libro è stato un esperimento a zero budget, con foto fatte da noi o raccattate dal web, ripetute revisioni per arrivare a quello che volevamo: un manuale di tecnica cinematografica travestito da bignami del turista fai da te.

C’è il capitolo sui film di viaggio? Ecco che ti andiamo a spiegare panoramiche, zoom, carrellate, camera-car, campi e piani di ripresa, profondità di campo. C’è il capitolo sul filmino familiare? E noi ci ficchiamo il discorso sul fuori campo, la ripresa sul set e l’illuminazione, l’audio in presa diretta, il suono diegetico ed extradiegetico. Si parla di documentario o di fiction? Pronti con cenni di sceneggiatura, storyboarding, piano di produzione, location scouting, continuity, punti di vista della videocamera, angolazioni, trucchi e movimenti espressivi. Poi c’è il capitolo sulla scelta dell’attrezzatura (l’unico ovviamente datato, vista l’età del libro) e quello sul montaggio e la post-produzione (che cita molti software ormai obsoleti, ma mantiene ben saldi i princìpi che da Kulešov in poi hanno caratterizzato l’editing video).

Insomma abbiamo lavorato molto perché uscisse fuori un prodotto valido, pratico, semplice, in una parola “in target”. Ed è stato un notevole sforzo per tre visionari abituati a realizzare cortometraggi apprezzati da un 2% della popolazione che amava il nonsense, il grottesco e il surrealismo.

Oggi che siamo dieci anni più vecchi le nostre vite hanno preso strade diverse, spesso più complicate e certamente di ostacolo alla produzione di film a zero budget (ma Bamboo Productions è viva e lotta insieme a noi, magari più sul versante documentario). Proprio oggi, sfogliando quel libro del 2004, mi sono accorto che non c’erano ringraziamenti. Li voglio fare adesso alla persona che ha portato il volume in libreria – Sergio Maistrello –  e alle persone che ci hanno ispirato il sacro fuoco qualche anno prima – Dario Tomasi, Franco Prono, Luca Aimeri e Gianni Rondolino. Alle persone che si sono prestate a collaborare per illustrare campi, piani e inquadrature – Marco Passarella e Paola Savettiere. A tutti i registi che amiamo, citati a mo’ di esempio nelle pagine interne – in ordine sparso: Truffaut, Wilder, Scorsese, Tarantino, Carpenter, Gilliam, Hitchcock, Kubrick, Besson, Welles, i Dardenne, i Wachowski, Reed, Spielberg, Raimi, Bigelow, Brooks, Weir, Kieslowski, Stone, Vigo, Gance.

A dimostrazione – se non si fosse capito – che siamo molto, molto eclettici.