UN ALTRA SALA CHE CHIUDE

Niente film, niente video questa volta. Poco più di una settimana fa ha chiuso il Fiamma, cinquantenne sala torinese. Un po’ poco per dispiacersi, è vero, ma presto chiuderanno anche il Lux e il Doria, sale ancora più storiche e frequentate da generazioni di cinefili sabaudi. Va bene, è difficile trovare parcheggio in centro. D’accordo, le poltrone non sono comodissime e non ci sono negozi aperti a portata di mano (come se si potesse/dovesse andare al cinema solo a condizione di fare shopping). Convengo che se dal 2001 al 2003 siamo passati da 66 a 95 schermi in città (diventando la città italiana con il più alto numero di sale cinematografiche) questo vuole anche dire che ci deve essere un ricambio naturale. Ma il ricambio vuol dire "più multisala meno cinema". Negli anni scorsi sono state diverse le sale a chiudere: ricordo il Greenwich Village, l’Etoile, il Charlie Chaplin, il Vittoria. Certo, è anche vero che la recente programmazione di queste sale si limitava spesso all’estetica vanziniana e a quella della Hollywood più becera. Ma il Lux e il Doria fanno parte della storia della città: sono stati a lungo sotto la gestione di Carlo Giacheri, imprenditore e promotore illuminato che ha segnato un’epoca nelle proiezioni torinesi. Il Lux, nato nel 1934 come Rex, fu fin da subito uno dei cinema più all’avanguardia d’Europa: partì con Angeli senza paradiso e da allora fu sempre il primo ad adottare le novità del calibro di ScreenVision o VistaVision (sapore di anni cinquanta)… il Doria, nato nel 1943, esordì con E’ arrivata la bufera, e da allora ha continuato con una programmazione non sempre d’autore ma comunque mai banale. Due sale tra le più amate dai torinesi. Una volta.

ANALISI TRANSAZIONALE IN CAMERA

Grande soddisfazione per me in questi ultimi due giorni. Mi spiego: dopo anni che non facevo più alcun corso di formazione (al massimo mi documentavo in solitario), ho partecipato ad un seminario organizzato dalla Camera. Al di là del fatto che ovviamente il seminario era orientato a districare le dinamiche relazionali aziendali, il tema generale era l’analisi transazionale e il modello GAB (genitore-adulto-bambino) degli stati dell’io. Potrà anche sembrare una scemenza, ma per una volta ho ritrovato il feeling vero dell’università. Di quella parte dell’università che ho sempre considerato valida, cioè… quella dei seminari e dei lavori di gruppo stimolanti, che ti spara un’ora di concetti densi ma subito dopo te li verifica con esercitazioni pratiche o valutazioni empiriche. Avrei sicuramente voluto che durasse di più, visto che lo studio delle relazioni e dei paradossi della comunicazione era la cosa che già ai vecchi tempi mi interessava di più, oltre alla storia del cinema. Quindi Watzlawick, Berne, Harris e chi più ne ha più ne metta. Applicato ai fenomeni di mobbing non è niente male. Bisognerebbe solo avere il tempo e la voglia di applicare le diverse strategie (transazioni incrociate correttive, empatia) in ogni momento della giornata…

DAL FESTIVAL, A DARIO, A BJORK

Che tristezza… è cominciato un Festival assolutamente inguardabile (sono stati sufficienti 45 secondi di DJ Francesco, di cui 40 per il beneficio del dubbio). Deciso a rifugiarmi in un Dario Argento altrettanto inguardabile ma quantomeno rassicurante, mi accorgo che è disastrosamente tagliato nelle uniche scene degne del nome del regista (le sequenze di omicidio). In pratica, per "passare" in prima serata, Nonhosonno è diventato un thriller senza omicidi. Ma del resto sono cose che capitano ogni sera, visto che il pubblico di merda (gli Skiantos avevano ragione) deve avere la pappa pronta senza ossicini che vadano per traverso, come un tranquillo lobotomizzato di quartiere. Mah… meglio rilassarsi con il Greatest Hits di Bjork, che raccoglie tutti i suoi superlativi video (ce ne fosse uno brutto – beh, forse Play Dead). Da Michel Gondry a Sean Cunningham, da Jean Baptiste Mondino a Spike Jonze a Eiko Ishioka – il meglio del corto sperimentale con il meglio della musica di Bjork. Azzardo… Miglior video: All is full of love. Miglior canzone: Joga. Video in cui Bjork è più gnocca: It’s oh so quiet. Video più inquietante: Cocoon. Video più assurdo: I miss you…!