LONDON BRIDGE IS FALLING DOWN

In questi giorni, come sempre, troppe cose da fare. Mi prendo una pausa per fare un po’ di ricerca su cosa mi può aspettare il prossimo weekend. Sì perché… abbiamo deciso di andare a Londra! Alla fine se non fai queste follie all’improvviso quando le fai? Sarà logicamente un tour de force non da poco, girare come dei pazzi per tre giorni tentando di riempirsi gli occhi di tutto il possibile e immaginabile. Sia io che Stefi ci siamo già stati da adolescenti (le mie foto da tredicenne nerd davanti al Big Ben mi ricordano troppo il ragazzino inquietante di About a Boy, con in più degli occhiali orribili). Capirete che occorre cancellare certi ricordi e sovrascriverli con altri nuovi! La prima e ultima volta che sono stato a Londra erano appena scoppiati i Duran Duran, i punk si erano trasformati dal modello Sid Vicious al modello John Lydon e il Bond del momento era Never Say Never Again… Adesso spero in una frustata di adrenalina. Strade, piazze, mercati, musei… cimiteri vittoriani! Di fisso si va al Half Price Theatre Ticket Booth per racimolare una serata a vedere Chicago o Mamma Mia!!! Considerando che Ernesto Tomasini ha ottenuto una parte di rilievo in Chicago… spero proprio di vederlo (e di ascoltarlo)! A proposito di Ernesto, l’ho citato di sfuggita sul blog diversi giorni fa, come mi accade a volte di fare a tarda notte: ma lui merita ben di più. Sto sulla fiducia per la voce, che mi immagino come una specie di Farinelli moderno (e poi diciamocelo, se ha strappato un buon contratto per Chicago un motivo ci sarà, no?). Per simpatia, cultura e modo di fare – da quello che ho recepito dalle interessanti mail che mi ha inviato – un personaggio, anzi una persona veramente bella, e da conoscere! Peraltro adesso è veramente un momento di stanca, le uniche cose che riuscirei a seguire sono Camera Café e Will e Grace… peccato che in questi giorni, come sempre, ho troppo da fare (oops… l’ho già detto?).

OGGI SONO STATO ALLA RINA

Oggi sono andato alla Rinascente. Non esiste un luogo, nella Torino del 2004, più squallido e cadente della Rinascente, un tempo luogo di assoluto paninarismo (assieme al Burger Time di via Amendola che condivide questa sorte di orgogliosa decadenza) e oggi centro commerciale superato dai più decentrati e avanguardisti agglomerati di soldiciboconsumoservizi – i mall all’americana che orbitano intorno alla cintura torinese. Ci sono andato perché è vicina all’ufficio, e perché dovevo controllare qualche prezzo. Il bravo massaio digitale controlla i prezzi degli articoli di suo interesse in diversi punti vendita prima dell’acquisto: alla Rinascente, causa decadimento fisico e morale, sono in fase di abbassamento dei prezzi. Comunque, mi diletto a leggere notizie di casi di mucca pazza in Piemonte mentre mangio serenamente la mia bistecchina, giro qua e là per digerire e incappo nell’unica cosa in cui non dovevo incappare: l’Unico Anello. Era prevedibile: lo vendevano già due anni fa in Nuova Zelanda, e alla fine è arrivato anche qua. Come resistere? Ma devo resistere! Eppure resto affascinato, il sorso d’acqua che sto bevendo mi va di traverso e tossisco con un chiaro suono di "Gollum! Gollum!"… Nella mia mente si forma una sola parola: "My preciousssssssssssss". Sono dovuto fuggire – il potere dell’Anello stava per avere la meglio (19 euro, mica cazzi per un anello paccottiglia, anche se con tanto di catenazza tamarra da Frodo). Mentre tornavo in ufficio, una scritta su un muro: "Jeff Buckley". Semplicemente. Mi sono emozionato, e sono tornato a lavorare più sereno.

SCONTRO TRA TITANI DELL’HIP HOP

Frankie Hi-NRG vs. Caparezza… è lo scontro di titani che anima il sottobosco web degli amanti dell’hip-hop. Ora, posto che da smodato amante del genere, quando si parla di hip-hop preferisco decisamente guardare al passato (Sangue Misto) e a qualcosa del presente (DJ Gruff), non posso negare che gli ultimi lavori dei due rapper siano di livello abbastanza alto. Mi spiego: Frankie continua con Ero un autarchico a fare il sapientone un po’ girotondista un po’ cabarettista sonoro che riesce a intrugliare in un solo album Antonio Rezza (geniale), Paola Cortellesi e Franca Valeri. Il suo obiettivo è spingere un groove con qualcuno che semplicemente reciti un testo pregnante (o non pregnante, a seconda dei casi) in sovrapposizione. Ti dà il contentino funky con Chiedi chiedi (niente male ma poteva risparmiarsi l’ennesimo rifacimento del video delle Vibrazioni) e poi fondamentalmente ripete sé stesso, seppure in modo piacevole e intelligente. Capa, invece, è Capa. Spero di vederlo dal vivo venerdì sera, pare sia trascinante. Il suo problema è che è divertente. Anche lui parte con Nessuna razza e prende la via del sociale, ma poi è ovvio che uno che definisce i suoi pezzi "suppomusica" non ha grandi ambizioni di cambiare il mondo. Benissimo. Musicalmente è decisamente migliore e più trascinante di Frankie, ma il tormentone di Fuori dal tunnel lo sta uccidendo. Finire sulle suonerie dei cellulari è pur sempre un’arma a doppio taglio. Non dimentichiamo che quello che Caparezza fa oggi lo faceva già qualcuno altrettanto bene dieci anni fa. Tolte le riserve, comunque, due album simpa (come direbbe il mio caro Lorenzo) che sto facendo girare un tot…