AVANTI SAVOIA!

Dopo una mattinata passata in modo non del tutto piacevole, il vostro finto reporter preferito si reca poco dopo l’ora di pranzo in zona tedofori. La mia brillante idea: venire a lavoro passando da Piazza Albarello / Piazza Savoia… Con la mia fida macchina fotografica! E indovinate chi era il tedoforo che stava arrivando in quel momento in Piazza Savoia? Emanuele Filiberto (proprio lui, il principino dal look da fotoromanzo) con la sua fiammazza olimpica targata Pininfarina. Mi posiziono quindi in mezzo ai giornalisti di tutto il mondo, forte del mio accredito sgamato di giornalista olimpico… Vengo spintonato dal cordone di poliziotti in assetto da guerra e vengo schiacciato sul corpicione di un omone davanti a me. Dopo aver praticamente mangiato i capelli bianchi sulla nuca dell’omone, mi accorgo che praticamente sto inculando il principe senior Vittorio Emanuele! "Sua altezza, buongiorno…" mormoro, quando si gira e mi guarda malissimo coi suoi penetranti occhi di ghiaccio. Intanto le televisioni di tutto il mondo mi inquadrano mentre spunto dietro la spalla destra di Vittorio. Poi, mentre Gianni Riotta a un metro da me aspetta emozionatissimo la fiamma olimpica, arriva il principino. Le ragazze strillano EMANUELEEEEEEEEEEEEEEEEEEE e si sporgono per toccargli un boccolo. Io gli faccio mille foto (venute ovviamente quasi tutte malissimo) mentre lui distribuisce sorrisi smaglianti ovunque. Riotta riparte, tutti fanno capannello attorno ai Savoia (in piazza Savoia, che fantasia, neh?) e il vostro inviato se ne va, mormorando "SPQM: Sono Pazzi Questi Monarchici"…! Mentre mi allontano, una signora impellicciata dalla pelle simile ad una pergamena medievale si avvicina ad Emanuele Filiberto, lo carezza dopo essersi tolta il guanto di capretto bianco e gli dice "Per noi significa molto che voi siate qua oggi". E’ un momento. Si ferma il tempo. Brivido. Sono davvero diventato Enrico Bottini. Ampia documentazione fotografica stasera su Flickr.

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MICROFRATTURE DA STRESS

Mentre Torino è presa dalla morsa della neve e del maltempo (paradossale: vogliono la neve per far bella figura con le olimpiadi e poi vanno in crisi come tutti gli anni, come se non fossero assolutamente preparati all’inverno), in CasaIzzo c’è una nuova emergenza da affrontare: il piede di Stefi. Nulla di fetish, per carità! Gli è che la piccola si è rotta il piedino e deve stare venti (20) giorni con le stampelle. La microfrattura da stress sul metatarso ce l’ha da più di un mese. Perché solo ora viene fuori che il piede è rotto? Ovviamente perché la mia stoicissima moglie, convinta come la quasi totalità delle donne di essere un clone di Wonder Woman, ha continuato a lavorare per tutto il tempo sopportando il dolore salvo poi arrivare in casa e iniziare la litania del "mi fa male, mi fa male, mi fa male" (perché solo il marito ha il privilegio di vedere il lato petulante e molesto di una donna). La mia risposta è stata sempre, invariabilmente e coerentemente "fatti vedere, fatti vedere, fatti vedere". Stefi si fa vedere il 25 gennaio. Torna a casa già in stampelle. Al che, il mio lato solare e splendido mi procura un’esplosione di giubilo e mi fa dire: che botta di culo! Venti giorni a casa in forma perfetta a parte il piede, ti riposi, cazzeggi, leggi, cucini, usi il tornio, giochi, ascolti musica, guardi film e se devi uscire lo fai con le stampelle, e vabbè… Inutile dire che Stefi non la vede allo stesso modo. In ogni caso, io mi prodigo in lavature di piatti, pulizia fornelli, aspirapolveri e quant’altro, in attesa del weekend (è stata una pessima, pessima settimana lavorativa). Ma… Arriva la neve. Anche volendo, con le stampelle non si esce. Aggiungiamo a questo il fatto che fin da giovedì sera si è installato in pianta stabile anche il cognatino, che non può tornare ad Asti causa neve. Non prevedendo la cosa, ovviamente, non ha nemmeno un cambio di vestiti e per mantenere la sua vita sociale è costretto ad uscire a comprarne per cambiarsi camicia e calzini… Inoltre, si stanno facendo sentire le prime avvisaglie di una potente SPM (Sindrome Pre Mestruale). Armato della pazienza di Giobbe assecondo ogni desiderio della moglie invalida, tipo: mi prendi il ghiaccio? Oh, scusa puoi prendere anche l’acqua? Mi prenderesti anche la crema per le mani, poi basta? Ah, no, portami anche un dolcino. E poi dicono che gli uomini in mutua rompono i coglioni. Per rendermi utile tento un carico di lavatrice. Chiedo, mi informo. Posso mettere tutta la roba non colorata in un carico? Sì. Ma guarda che c’è tanta roba. Basta che si chiuda lo sportello e va bene. Lo sportello si chiudeva, ma evidentemente ho messo comunque troppa roba, perché la lavatrice era in procinto di esplodere. Si è incazzata (Stefi, non la lavatrice). Ha stampellato furiosamente qua e là, ha tentato di pulire quel po’ di allagamento che la lavatrice troppo piena aveva causato, poi ha sbattuto la porta e se n’è andata. Ora io ho steso tutto, e ho rimesso a lavare la roba in esubero in un secondo carico. Adesso lei dorme. Non mi parla più. E pensare che oggi abbiamo anche cucinato insieme il far bréton. E non ho combinato nulla di strano. Ma non è facile stare con lei. Meno male che lunedì si ritorna a lavorare!

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