…e come volevasi dimostrare, sulla scrivania mi attendevano tutti i casini accumulati negli ultimi giorni….!!! Tornare in ufficio dopo qualche giorno di pausa è sempre peggio che mai. 🙁
LE CUFFIE MAGNETICHE E GLI AGHI NELLE ORECCHIE
Il diluvio accompagna la mia prima seduta di agopuntura. Una breve attesa e vengo introdotto dalla dottoressa. Mi fa accomodare sul trono, una poltrona drappeggiata di sete orientali, rialzata rispetto al pavimento della stanza. Ai lati della testa, due faretti. Mi disinfetta le orecchie, poi comincia ad inserire gli aghi. Il primo fa male, ma è un attimo. Nel giro di venti secondi mi infila una quindicina di aghi nel padiglione auricolare. Poi passa all’altro orecchio. Poi, mi fa cenno avvolta in una nube di Davidoff, posso andare. Ma andare dove? Sono spaesato. L’infermiera mi fa accomodare su una poltrona in un angolo. Nell’ambiente stazionano donne con aghi nelle orecchie. Leggono Oggi, Gente e Chi. Io mi accomodo: è bellissimo. La poltrona mi avvolge. Non comprendo il perché di tanto privilegio, quando le signore della Torino bene stanno su una scomoda panca (drappeggiata comunque di batik di vario genere). L’infermiera si avvicina a me con un paio di cuffie simili a quelle che occorrono per sentire gli impianti hi-fi da dio. Le cuffie avvolgono le mie orecchie e con esse gli aghi (ormai non li conto più, ma li percepisco molto chiaramente, una percezione acuta eppure piacevole). Devo stare un’ora con le cuffie: sono collegate ad un generatore di campo magnetico che tramite gli aghi viene trasmesso non so bene dove. Ma di sicuro viene trasmesso. Dopo poco mi addormento profondamente e faccio sogni vividi a proposito di eventi accaduti più di venti anni fa. L’infermiera mi carezza delicatamente il braccio: "Signor Izzo, si è addormentato? Bene, bene…. E’ ora di andare. Buon segno, comunque, se si è addormentato". E infatti la fame non c’è più… sarà suggestione? Per il momento, i pomodori e i cetrioli senza condimento sembrano essere sufficienti.
ALE E’ ULTRONEO
Ale è diverso, ma è sempre lo stesso. Il suo sorriso è come quello di una persona che gode il momento, ma nello stesso tempo sta contemplando qualcosa di ultroneo (ho appena imparato questa nuova parola e già la sto usando… hehehe). Rivedere lui non è come rivedere una di quelle persone che poi pensi "ma cazzo, quanto è cambiato?". Lui non è cambiato. E’ evoluto. Le sue foto sono sempre più belle, e il suo parlare di fotografia è illuminante. Gli auguro di esplodere quanto prima nel mondo della fotografia italiana, con la pastosità del suo bianco e nero kodak che non perdona. Ale è talmente discreto che non mi aveva nemmeno detto che sta con Francesca da quattro anni. In questo è sicuramente molto diverso da me. In una cosa, però, è molto simile: il modo di guidare lo scooter. Spericolato come me. Ora capisco perché chi viene in motorino con me si aggrappa sempre un po’ troppo forte… Ciao Ale, se mi leggi batti un colpo! 😉
