archivio a-f

Tutti i file inclusi in questo archivio sono stati scaricati dal web in forme diverse (HTML, RTF, TXT) e, dove necessario, sono stati riformattati da me usando Sophocles. La sceneggiatura è un genere con precise regole di formattazione, perciò cerco di presentare soltanto file “corretti”. I file sono stati successivamente esportati in formato PDF per comodità di lettura. Molti file sono stati reperiti in rete direttamente in formato PDF, già correttamente formattati.

Needless to say, le sceneggiature inserite sono disponibili gratuitamente a scopo educativo.

» 8 Mile (Scott Silver) – 2001
L’esordio di Eminem al cinema non deve trarre in inganno. La storia è asciutta e non fa sconti.

» 25th Hour (David Benioff) – 2001
Uno degli script più belli degli anni 2000, con un monologo assolutamente da urlo.

» Adaptation (Charlie Kaufman) – 2000
La prima sceneggiatura di Kaufman, poi sempre più noto negli ambienti off-Hollywood…

» Airplane (Jim Abrahams, David Zucker, Jerry Zucker) – 1980
La mitica comicità degli Zucker ai suoi imperdibili esordi. Non si riderà mai più così tanto.

» All About Eve (Joseph L. Mankiewicz) – 1950
Tutta la Hollywood classica al suo meglio in questo inossidabile script che ha offerto a Bette Davis il ruolo di una vita.

» Alien (Dan O’Bannon) – 1979
O’Bannon è noto per essere un solido sceneggiatore di film di genere, ma il suo nome resta legato in modo indelebile a Dark Star e a questo primo geniale Alien. Ridley Scott fa il resto… capolavoro!

» Almost Famous (Cameron Crowe) – 2000
Crowe è uno degli sceneggiatori-registi più interessanti di Hollywood, a mio avviso. Questo script autobiografico corrisponde alla versione Director’s Cut del film.

» American Pie (Adam Herz) – 1999
La teen-comedy demenziale al suo meglio. Herz ha saputo evolversi al meglio anche negli episodi 2 e 3 – senza troppe pretese, una ricetta per sbancare il botteghino.

» American Gangster (Steven Zaillian) – 2007
Zaillian rilancia con successo la formula del gangster movie, costruendo una classica storia di confronto tra bene e male, di ascesa e di caduta. Uno script vincente.

» American Splendor (Harvey Pekar, Joyce Brabner) – 2002
Un documentario o no? Vita quotidiana, alienazione e sketch per un autore di fumetti molto particolare…

» Annie Hall (Woody Allen, Marshall Brickman) – 1977
Oscar per Woody: lo script “padre” di tante commedie sentimentali degli anni a venire. Capolavoro assoluto di dialoghi e battute fulminanti.

» Apartment, The (Billy Wilder, I.A.L. Diamond) – 1960
Uno dei capolavori di Billy Wilder, brillantemente scrito dal regista e dal compagno di avventure I.A.L. Diamond.

» Apocalypse Now (John Milius) – 1978
Milius scrive come dirige, e come surfa. Uno script immenso, che Coppola ha dovuto ridurre in fase di riprese (e più ancora in fase di montaggio).

» Babel (Guillermo Arriaga) – 2005
Il classico film a incastro, in cui Arriaga e Inarritu sono bravissimi. Bello da leggere, sicuramente.

» Back to the Future (Robert Zemeckis, Bob Gale) – 1983
Un grande classico degli anni ’80. E per quanto riguarda lo storytelling e la sceneggiatura, un grande classico e basta. Da studiare.

» Batman: Year One (Frank Miller) – 2003
Il Batman che avremmo potuto/dovuto vedere, in luogo di quello di Nolan. Miller ha scritto la sceneggiatura per Aronofsky, ma non è stato così fortunato come con Sin City.

» Beetlejuice (Michael McDowell) – 1987
Il primo, grande successo di Burton si deve a questa strampalata commedia con fantasmi, come andavano di moda nella seconda metà degli anni ’80…

» Big Fish (John August) – 2002
Senza lo sguardo di Tim Burton, una storia amara sulla fantasia che vince anche la morte. E l’amore è fantasia…

» Birds, The (Evan Hunter) – 1962
Classica, folgorante, di ferro. La sceneggiatura per un capolavoro di Hitchcock.

» Black Dahlia (Josh Friedman) – 2003
Dal romanzo di Ellroy, un’intricato script che nelle mani di De Palma diventa l’ennesimo gioiello filmico.

» Blade Runner (Hampton Fancher) – 1981
La sceneggiatura originale del capolavoro di fantascienza – la base da cui sono partiti tre diversi “tagli” di film.

» Blood Diamonds (Edward Zwick, Marshall Herskowitz) – 2005
Il tipico copione impegnato che va per la maggiore a Hollywood. Da studiare per capirne i meccanismi.

» Blues Brothers, The (Dan Aykroyd, John Landis) – 1979
Perfetta sotto ogni punto di vista, pur con tutte le sue sgangheratezze. Jake e Elwood fanno ridere anche sulla carta.

» Boogie Nights (Paul Thomas Anderson) – 1997
Una ricostruzione storica del periodo d’oro del porno americano. Situazioni e dialoghi al limite dell’iperrealismo – è il marchio di fabbrica dell’ottimo Anderson, anche regista.

» Bourne Identity (Tony Gilroy) – 2002
Uno script nervoso e ritmato, che si è trasformato in un crime/action secco, realistico e credibile (non è da poco). Il futuro della spy story al cinema è Jason Bourne.

» Bourne Supremacy, The (Tony Gilroy, Brian Helgeland) – 2004
Gilroy si avvale qui dell’apporto di Helgeland, veterano dello storytelling d’azione. E Bourne è sempre più immenso.

» Brazil (Terry Gilliam, Charles McKeown, Tom Stoppard) – 1985
La sofferta sceneggiatura del capolavoro di Gilliam, passata attraverso diverse stesure.

» Breakfast Club (John Hughes) – 1985
Difficile prevedere l’impatto che John Hughes, dai lontani anni ’80, poteva avere sul cinema americano. Eppure, dal National Lampoon a Macaulay Culkin, dietro c’è spesso lui. Qui nell’unico vero cult generazionale del decennio.

» Bridges of Madison County (Richard LaGravenese) – 1995
Lavora poco, ma è uno dei più quotati sceneggiatori sul mercato. Il suo adattamento del romanzo di R.J. Waller ha fatto sciogliere più di un cuore. Il film sentimentale visto attraverso l’occhio maschile è ancora più doloroso.

» Brokeback Mountain (Larry McMurtry, Diana Ossana) – 2004
Da un racconto breve di Anne Proulx un altro melodramma (quasi) tutto al maschile, isurato e silenzioso con esplosioni di erotismo (gay). I cowboy non sono mai stati così introspettivi.

» Casablanca (Julius & Philip Epstein) – 1941
Non può esistere un archivio di script senza una versione in PDF di Casablanca…

» Carrie (Lawrence D. Cohen) – 1975
Non è lo stesso Larry Cohen di Phone Booth, ma se la cava, con uno dei migliori adattamenti da Stephen King tuttora in circolazione.

» Catwoman (Dan Waters) – 2003
Pessimo film d’azione, a partire dalla sceneggiatura. Vediamo perché, studiandone gli errori.

» Chasing Amy (Kevin Smith) – 1997
Irriverente e sboccato più che mai, Kevin Smith non delude mai i suoi estimatori. Un punto di riferimento per imparare a scrivere dialoghi pop e postmoderni.

» Children of Men (Alfonso Cuaròn, Timothy Sexton) – 2005
Geniale, coinvolgente, ficcante. L’unione di uno scrittore latino e uno anglosassone fa scintillare il sub-genere della fantascienza apocalittica.

» Chinatown (Robert Towne) – 1974
Un classico che dovrebbe essere presente in qualsiasi raccolta di script che si rispetti. Ancora oggi usato nei corsi di sceneggiatura.

» Chronicles of Narnia, The (Markus McFeely) – 2003
Adattamento da Lewis, senza infamia e senza lode. Più agile del Signore degli anelli, ma quanto più banale?

» Clerks (Kevin Smith) – 1994
A un dialoghista come Smith si può avvicinare solo Tarantino. L’autore di fumetti e di film dissacranti è qui al suo trionfale esordio.

» Clockwork Orange, A (Stanley Kubrick) – 1970
Imprescindibile. La madre di tutti i film sulla violenza giovanile. Una sceneggiatura geometrica.

» Collateral (Stuart Beattie) – 2004
Il capolavoro assoluto di Mann parte da qui. Le luci di Los Angeles fanno il resto.

» Constantine (Kevin Brodbin, Frank Cappello) – 2004
Dal comic book Hellblazer, una sceneggiatura fumettistica ma non prevedibile. Divertimento intelligente.

» Crash (David Cronenberg) – 1995
Cronenberg adatta Ballard e lo scontro tra titani si sente molto. Astenersi deboli di cuore.

» Crash (Paul Haggis, Bobby Moresco) – 2006
Sceneggiatura oscarizzata. E mica per niente. Haggis decolla da qua, e la carriera è in discesa.

» Crying Game, The (Neil Jordan) – 1991
IRA, amore e transgender. La solita sceneggiatura inquietante di Jordan. Da leggere tutta d’un fiato.

» Darjeeling Limited, The (Wes Anderson, Roman Coppola) – 2007
Lo stile di Anderson è già maniera? Forse lo possiamo scoprire fin dalla sceneggiatura, scritta in coppia con il sottovalutato figlio di Coppola.

» Dark City (Alex Proyas) – 1998
Se esiste un sottogenere della fantascienza che svela il mondo della storia come un mondo fittizio di pura illusione (Matrix, Il 13mo piano) – allora Dark City è in assoluto un capolavoro nel suo… sottogenere!

» Day of the Dead (George A. Romero) – 1985
In assoluto lo script più cupo e senza speranza di Romero, che evidentemente passava un brutto periodo, poi superato con i divertissement di Creepshow e Due occhi diabolici. Bellissimo.

» Departed, The (William Monahan) – 2006
Monahan non è nuovo all’epos (suo anche Kingdom of Heaven). Qui si cimenta con il tema urbano caro a Scorsese.

» Devil Wears Prada, The (Peter Hedges) – 2005
La sophisticated comedy ai tempi dell’iPod. Funziona tutto come un meccanismo a orologeria. E la protagonista è cattivissima.

» Die Hard (Jeb Stuart) – 1988
Il paradigma moderno di ogni film d’azione che si rispetti. Insieme a Chinatown è di sicuro uno degli script “di genere” più studiati (dallo stesso writer di 48 ore e Il fuggitivo).

» Disturbia (Christopher Landon) – 2006
Hitchcock reloaded. Landon scrive di voyeurismo e omicidio, con un occhio a O.C. e uno a Spielberg. Interessante.

» Dogma (Kevin Smith) – 1999
Smith ha sbroccato, ma ha sbroccato bene. La sceneggiatura-fiume è quanto di più denso abbia prodotto per il cinema. Goliardia applicata alla religione. A volte un po’ difficile da digerire, ma i dialoghi sono sempre di gran classe…!

» Donnie Darko (Richard Kelly) – 2000
Il cult movie più cult degli ultimi dieci anni. Opera prima osannatissima di Kelly dalla sceneggiatura complessa e allucinata. Problemi da teen movie e fantascienza dark e surreale. Da studiare.

» Double Indemnity (Billy Wilder, Raymond Chandler) – 1944
Il noir definitivo. Il talento di Wilder e quello di Chandler insieme (nonostante quest’ultimo non fosse molto portato per la scrittura cinematografica). Capolavoro assoluto.

» Duplex (Larry Doyle) – 2002
Flop al box office per una commedia acida e divertente, scritta da uno degli sceneggiatori di Daria, Beavis & Butthead e I Simpson.

» Eastern Promises (Steven Knight) – 2006
Una solida storia di mafia russa in Inghilterra per la conferma della (apprezzabilissima) deriva gangster di Cronenberg.

» Ed Wood (Scott Alexander, Larry Karaszewski) – 1994
Uno dei più significativi film di Tim Burton è supportato da un’ottimo script che mette a confronto vita e arte (trash) in un ottimo mix.

» Election (Alexander Payne) – 1999
Poco noto ma ben costruito lo script di Payne, che successivamente avrà più fortuna con About Schmidt. Qui la commedia acida graffia i nervi scoperti d’America.

» Elizabethtown (Cameron Crowe) – 2003
Incursione di Crowe nella provincia sudista, con i soliti slittamenti del cuore e l’ironia che contraddistingue tutti i suoi copioni (tranne Vanilla Sky).

» Enchanted (Bill Kelly) – 2006
Il perfetto film per famiglie degli anni 2000. Live action trattata come animazione e strizzate d’occhio a 70 anni di film Disney. Cosa volere di più?

» Evil Dead, The (Sam Raimi) – 1982
Alla sua prima prova, Raimi era già godibile e ricco di idee particolari… Una delle maggiori vette del cinema splatter.

» Eternal Sunshine of the Spotless Mind (C. Kaufman) – 2000
La commedia sentimentale destrutturata da Charlie Kaufman, il re della… sceneggiatura cerebrale! Tra illusione e realtà in un ripetersi di situazioni e ricordi. Geniale.

» Exorcist, The (William Peter Blatty) – 1973
Blatty adatta magistralmente il suo stesso romanzo per il cinema, in uno script che ancora oggi fa tremare i polsi. Per nulla datato, da leggere (e da vedere) per imparare.

» Fabulous Baker Boys, The (Steven Kloves) – 1989
Lo sceneggiatore responsabile della saga di Harry Potter al suo meglio: un dramma sugli aspetti negativi dello show business. Molto apprezzato dalla Writers’ Guild.

» Fear and Loathing in Las Vegas (Terry Gilliam, Tony Grisoni, Alex Cox, Tod Davies) – 1997
Ridurre Hunter S. Thompson per il cinema non deve essere stata un’impresa facile. Sceneggiatura-monstre per un film che è il monumento acido definitivo.

» Fight Club (Jim Uhls) – 1999
Può piacere o non piacere il film, comunque la sceneggiatura di Uhls è un valido adattamento per il cinema del romanzo omonimo di Chuck Palahniuk.

» Fountain, The (Darren Aronofsky) – 2005
Chi si scrive le sceneggiature da solo non sempre riesce. Il film è stato un flop clamoroso, ma la storia – e il suo sviluppo parallelo in tre epoche differenti – è assolutamente affascinante.

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