NE SENTIVAMO IL BISOGNO…?

Bello il sito, per carità. Ma di un remake del capolavoro di Romero (Dawn of the Dead) non si sentiva proprio il bisogno. Di sicuro trasformeranno il tutto in un film alla Bruckheimer il più possibile politically correct e con effetti prostetici non troppo nauseanti. Non vogliamo certo avere un divieto ai minori? E poi chi ci va al cinema se non i "minori"? E infine, come faremmo a piazzarlo in prima serata in televisione? No, no, no… O tempora, o mores.

L’ORRORE… L’ORRORE…

Trovo di pessimo gusto la foto di copertina della Stampa di ieri (12 marzo – "L’orrore in quel volto" di P. Sapegno). Le foto che vincono il Pulitzer, quelle che riassumono in una singola immagine un mondo di simboli e di emozioni, di informazione e di comunicazione sono altre. Il cadavere con il viso stravolto dal terrore della madrilena sorpresa dall’attentato non fa parte di queste immagini. Cosa potrebbero dire in proposito i familiari della vittima? Io non sopporterei questa strumentalizzazione di un’immagine, il cui scopo è soltanto solleticare la morbosità del pubblico, a livello di siti come Rotten. Il reportage di guerra e/o di catastrofe è per necessità duro, ma la vera foto che riassume un dramma non è per forza quella di un cadavere straziato. Può essere un oggetto, un’accostamento stridente di situazioni, qualcosa che diventi simbolo e metafora universale. Ma i media ormai conoscono soltanto la spettacolarizzazione del sangue e del dolore.

ERIADAN VS. FRATELLI MATTIOLI

Prima di andare a dormire veramente, come ogni settimana, un paio di siti che mi hanno colpito in modi diversi ma per lo stesso motivo. Eriadan – un blog a strisce personale, candido, ben disegnato e arguto. Si vede che il disegnatore ha masticato molti classici del fumetto d’autore, ma riesce ad elaborarli in modo molto leggero e intimista. Il riferimento più immediato è a Calvin e Hobbes, per il modo in cui il fantastico irrompe continuamente nella quotidianità del protagonista. Mi fa pensare anche un po’ a Little Nemo o in certi casi a Get Fuzzy. Gigi la piccola oloturia… beh, è un cult per gli amatori ed è da poco anche sul web. Il segno più derelitto possibile per una striscia delirante e ossessiva, come la musica di Steve Reich, come la prosa di Burroughs, come i temi di Nunzia, la figlia un po’ tarda di quelli del terzo piano – quella che deve fare la ricerca di scienze sugli echinodermi e ancora non riesce a capire la differenza tra un’oloturia e una medusa. GLOM!