STORIE DI STUPRI E DI FANTASMI (MA CON IRONIA)

E/o mi colpisce sempre: dopo Carlotto e il mio omonimo Jean Claude Izzo (di cui spero di parlare più diffusamente appena ne avrò voglia perché costituisce un po’ un caso a sé), ho fatto le ore piccole con Amabili resti di Alice Sebold. Un romanzo che è un’opera prima e che si presenta come un thriller atipico, in cui è la vittima a parlare in prima persona. Espediente che non può non ricordarmi la narrazione di William Holden in Viale del tramonto, uno dei miei cult movie di ogni tempo. Ma il romanzo non è un classico noir e non ha nessuna suggestione rétro. L’ambientazione è la suburbia americana tra i ’70 e gli ’80. Niente di più normale. Eppure una quattordicenne viene stuprata, uccisa, fatta a piccoli pezzi e seppellita in una discarica. Da questa premessa quanto mai brutta, sporca e cattiva, si sviluppa una narrazione sempre lieve, ironica e (puntodivistamente parlando, come direbbero i Python) molto adolescenziale. Susie, la ragazza uccisa, guarda familiari e amici dal "suo cielo", un cielo dove si gioca a pallavolo, dove ci sono molti cani, dove si suona il sax e dove lei è costretta a restare per sempre giovane mentre la sorella e le amiche di scuola crescono, fanno le loro prime esperienze e in alcuni casi continuano ad essere ossessionati dall’assenza di lei. O dalla sua presenza. O dalla presenza della sua assenza. Appassionante ed emozionante dalla prima all’ultima pagina. Sebold traccia il dolore e il lutto nei suoi personaggi in modi sempre diversi e mai gratuitamente sentimentali. Bello. Astenersi amanti del giallo canonico in cui non si sa chi è l’assassino (qui si sa subito) e in cui l’assassino deve essere punito (qui le cose sono un po’ più complicate).

MEGLIO DAVID JOHANSEN O ALEC BALDWIN?

Ho tagliato i capelli. Lo so, avrei dovuto avere la costanza di farmeli crescere fino a metà schiena, ma col caldo che fa… non li sopportavo più. Entro in casa, e il commento di Stefi è stato "Bello! Cos’è, un taglio supergay anni ’70?". In effetti Monica ha sempre un che di creativo nel tagliare e mettere in piega. Lisci e vaporosi davanti, arricciati e "out of bed" dietro, direi che quanto meno facevano uno splendido incrocio "duca bianco / new york dolls / ivan cattaneo". Come sempre quando esco da un taglio, mi sono rilavato la chioma e l’ho sistemata un po’. Adesso almeno sembro Alec Baldwin quando è ingrassato per via dell’alcol. Forse preferivo David Johansen.

LA BAMBOLINA DA RITAGLIARE DI BERLUSCONI

Ogni tanto capita di ricevere qualcosa di esilarante, come il simpatico gioco per maschietti e femminucce "Vesti Berlusconi". Chi lo ha fatto merita un applauso! Stimola l’appetito e rilassa la mente in quei momenti (tantissimi) in cui capita di aver voglia di fare soltanto cose stupide.