L’ANTIEROE GEEK

L'antieroe geekLeggermente sociopatici, aspetto e atteggiamento a prima vista inquietanti: fondamentalmente bambini in corpi di adulti, affetti da probabile sindrome di Asperger o qualcosa di simile (in un caso esplicitamente dichiarata, nell’altro più glissata). Sono gli antieroi geek dell’ultimo decennio, protagonisti di due sitcom corali con seguito di culto: Community e The Big Bang Theory.

Anche se Sheldon Cooper (Jim Parsons) e Abed Nadir (Danny Pudi) non sono le “star” delle rispettive serie, rubano la scena, mandano avanti i meccanismi narrativi in modo imprevedibile, sono una fucina di improbabili catchphrases che vanno da “Cool. Cool, cool, cool” a “That’s my spot”, da “Troy and Abed in the mooorning” a “Knock(3) Penny, Knock(3) Penny, Knock(3) Penny” e “Bazinga!” (chi non ci sta capendo una mazza non è abbastanza geek o insiste malauguratamente a vedere queste serie doppiate).

Community e The Big Bang Theory sono due facce della nuova comedy televisiva made in USA, che al momento viaggia su una decina di registri differenti e cerca mezzi per rinnovarsi senza necessariamente rompere il giocattolo che funziona. La serie di Chuck Lorre è in un certo senso più tradizionale, rispetta i canoni della sitcom (risate registrate e tutto), inserisce la tematica geek nella storia: le interminabili partite a MMORPG, i viaggi al ComicCon, la fissazione per Star Wars / Trek / Firefly / Babylon 5 (e la citazione esplicita di questi miti fondanti dell’universo geek), il lavoro stesso dei protagonisti, fisici, ingegneri, biologi, etc.

Dan Harmon, l’autore di Community, sceglie invece di iniettare la geekiness nel racconto. Allora la banalissima vita di un gruppo di studio universitario viene traslata di volta in volta in avventure a 8-bit, partite a D&D, veri e propri episodi-parodia nel loro strutturarsi come una puntata di Law & Order o come un mix di citazioni da film di genere (i generi più vari). Sheldon spesso trascina gli amici in improbabili avventure dal taglio nerd, mentre Abed (studente di cinema, non dimentichiamolo) riesce a traslare la vita dei suoi amici su piani paralleli completamente di fantasia. La sua re-invenzione di un mondo geek passa anche per la non-citazione esplicita (è fanatico di una serie immaginaria, Inspector Spacetime, che ha più di un punto in comune con Doctor Who).

Il pubblico ama Abed e Sheldon proprio per il loro carattere antisociale. La loro caratteristica principale è il non sapersi rapportare alle emozioni degli altri. Questo li rende in un certo senso liberi di essere quello che sono senza dover rendere conto a nessuno. Se nel dramma seriale va forte l’antieroe con cui è bello ma doloroso identificarsi (Dexter Morgan, Walter White, Frank Gallagher), nella comedy l’antieroe è geek. Chi non vorrebbe dire ciò che pensa senza filtro e/o dedicarsi alle proprie monomanie indifferente a quello che accade intorno? L’antieroe geek non è violento, non è un criminale, probabilmente non ha sex appeal o muscoli da mostrare. Invece di uccidere o far esplodere grattacieli, fa tabula rasa delle convenzioni sociali, dell’ipocrisia e del politically correct.

Abed e Sheldon sono invidiabili perché “liberi dalla società”. Liberi di essere pienamente geek. Dopo 7 anni di The Big Bang Theory e 5 di Community (aggiungiamo per buona misura anche 4 anni di The IT Crowd, il cui Moss è un po’ l’archetipo del nerd anglosassone), il terreno è pronto. Nel 2010 Steven Moffat esce con un nuovo Sherlock, interpretato da Benedict Cumberbatch, che riassume in un contesto drama tutte le caratteristiche dell’antieroe geek. Lo Sherlock Holmes moderno ha la stessa prospettiva “aliena”, lo stesso disprezzo per le convenzioni sociali e la stessa attitudine da sapientino di Abed e Sheldon. Solo che usa queste caratteristiche per risolvere crimini particolarmente complicati.

Il successo planetario di Sherlock è un po’ la chiusura del cerchio. In definitiva, un pugno di serie televisive ha portato alla ribalta personaggi che fino a qualche anno fa avremmo definito mentalmente disturbati e li ha resi certamente divertenti, ma soprattutto cool. Sheldon, Abed e Sherlock ci divertono perché sono così distanti da noi, eppure al tempo stesso vorremmo essere come loro, anche solo per il tempo di una maratona di Star Wars, una notte in un fortino di coperte o un esperimento con il bulldog e i barbiturici.

Per chi è arrivato fin qui senza timore e ancora si sta chiedendo cos’è esattamente un geek (parola che ricorre 15 volte nel post appena concluso), qui c’è una meravigliosa infografica che lo spiega.
Io ce l’ho attaccata al muro dietro le mie spalle, in ufficio.