IL MESE CRUDELE

IL MESE CRUDELEIl mese più crudele non è tanto aprile, in questo caso, quanto il primo mese di vita del pupo, durante il quale tu genitore ti fai mille ansie e problemi mentre lui pupo mangia, caga e dorme (se dorme). Tu genitore maschio, in particolare, tenti di imparare quei due o tre trucchi che ti faranno sfangare le giornate, come essere in bagno nel momento in cui c’è da cambiare un pannolino o prendere le strade dissestate con la carrozzina perché inspiegabilmente lui dorme di più.

In questo primo mese di adorabile puccettosità mista ad una sessione di tortura Guantanamo style, in questo primo mese che – vorrei dire – è passato come un’unica interminabile giornata di passeggiate, ruttini e canzoncine (le tre cose in cui mi sono specializzato come padre, al momento), ho notato alcune cose minimali ma inquietanti. Cose spot, che avrei probabilmente segnalato con un tweet o un messaggio di stato. Ma ultimamente, lo slot di tempo prima dedicato al cazzeggio sui social network è stato occupato dalla sempreverde attività “power nap”, ossia il sonnellino riparatore.

Per cui, ve le metto tutte qua di fila, magari sono osservazioni che a qualcuno servono, o che qualcuno mi potrà confermare…

Le mamme che portano carrozzine si salutano per strada con un cenno anche quando non si conoscono, come i motociclisti che guidano un custom. I papà si limitano a scambiarsi sguardi indecifrabili, probabilmente valutando la sfumatura di viola delle rispettive occhiaie.

Le donne anziane che prima ti consideravano un drogato ti fermano e ti rompono i coglioni a ogni angolo attirate dai neonati come le falene dalla luce. In genere dicono o fanno cose che ti fanno incazzare tipo “ma è figlio suo?” (sottintende “ma lei, che abbiamo sempre pensato fosse un drogato, si è riprodotto?“) o “così piccolo e già lo porta fuori?” (sottintende “lei è un papà poco accorto, perché fa prendere aria al suo bambino e si sa che l’aria è più pericolosa dell’uranio impoverito”).

Anche parenti e amici riescono a dirti frasi apparentemente innocue che inspiegabilmente ti fanno salire la carogna (tipo “oh che bello finalmente fa sentire la sua vocetta” quando piange, solo che loro lo sentono piangere un minuto, voi almeno 720 minuti al giorno). In generale vostro figlio sarà tranquillo e adorabile in compagnia di altre persone, salvo scatenarsi non appena queste si chiudono la porta alle spalle.

Per i vostri genitori non esistete più, esiste solo il nipote, del quale vorrebbero sapere tutto, minuto per minuto. Peccato che come dicevo poco sopra, lui mangia, caga e dorme. Al massimo qualche volta rigurgita. Diventa quindi difficile non dire sempre le stesse cose.

Ginecologi e ostetriche hanno due visioni della vita antitetiche. Sorpresa, lo stesso accade con pediatri e puericultrici. Ti diranno comunque tutto e il contrario di tutto concludendo con il mantra (che li accomuna) “ma sa, coi bambini non si può mai sapere: son mica computer!”…

La maggior parte del tempo passato in casa verrà impiegata per reperire un bavagliolo da consegnare alla compagna che sta allattando. O un ciuccio. Se trovi il ciuccio sarà sicuramente quello che nel pomeriggio è caduto sul marciapiede quello dove pisciano tutti i cani del quartiere.

Se soffiate in faccia al bambino mentre piange, fa una faccia interdetta e smette momentaneamente di piangere. Momentaneamente, appunto. Se siete veloci potete approfittare per piazzare un ciuccio. Se no ricomincia più forte di prima.

È effettivamente vero che i neonati gradiscono sentir cantare. Questo fatto si sposa benissimo col mio vizio di commentare cantando tra me e me le mie attività della giornata inventandomi improbabili ritornelli. Adesso c’è un pubblico, quindi si fa sul serio.

Si modificano standard e aspettative. Improvvisamente ti sembra una buona nottata quella in cui riesci a dormire quattro ore. Non di fila, naturalmente. A questo proposito, mi piace ricordare qui che scatti di crescita = morte (per mamma e papà, ovviamente).

Sempre cambiare il pannolino (ma sì, dai, certo che lo faccio anche io) e pulire il bambino piazzandosi di lato. Perché nel momento in cui glielo togliete lui si sentirà in dovere di far partire un getto parabolico di pipì. O peggio.

Inspiegabilmente, tutti i genitori di bambini anche piccoli (dai 9 mesi in su, per dire) hanno rimosso i primi due o tre mesi di vita del bambino. Nella migliore delle ipotesi ti diranno “non mi ricordavo nemmeno più di quanto sono piccoli a questa età”. Generalmente non ricordano nemmeno quanto sono molesti.

Il neonato, quando non piange, cigola. O gorgoglia. O barrisce. Comunque emette dei suoni assolutamente alieni che di notte ti fanno prendere una sincope. Peraltro, il neonato ha anche la capacità di roteare gli occhi in direzioni diverse. Poi la perde, fortunatamente.

Il ciuccio diventa improvvisamente l’amico di cui non puoi più fare a meno. Ciucci in ogni stanza. Vanno meglio quelli in lattice, anche se puzzano di copertone di auto: quelli in silicone sono indeformabili ma viscidi, e sappiamo bene cosa succede quando un ciuccio scivola di bocca.

Il primo mese devi fare tantissime foto, perché se è una legge generale che i genitori rimuovono questo periodo, tu vuoi evitare di dover mai dire “non ricordavo nemmeno più quanto sono piccoli a quest’età”. La tua memoria sarà tutta nel cloud. Ma ti dimenticherai la password.

Oltre al riflesso di suzione e quello di prensione, il neonato ha il riflesso di Moro. Che è una cosa che mi fa riderissimo, un po’ per il nome e un po’ per il riflesso in sé: se prendi una buca con la carrozzina o gli fai “Buh!” mentre dormicchiano spalancano le braccia e poi le richiudono. Scrivendolo mi rendo conto che non fa un cazzo ridere, e mi domando in che modo si sta modificando il mio senso dell’umorismo.

Il Bio Oil, l’Olio Vea, il Tea Tree Oil, la lanolina, l’olio di mandorle, il Mustela, l’Humana, il salcazzo di cremina o unguento che trovate in giro per casa è perfetto anche per voi: sono tutte cose adattissime a far sparire le occhiaie o quantomeno a ridurne il colore viola. Alcuni fanno miracoli anche per far sparire le cicatrici dei tagli di lametta.

Queste, in sintesi, le esperienze del mio primo mese.
La maggior parte sono un po’ allucinanti, mi rendo conto. Poi mentre le scrivevo, il mostrino mi ha sorriso. Quei sorrisi inequivocabili, che non ti viene da pensare “sono solo spasmi dei muscoli facciali”.
E capisci che sei entrato nel secondo mese.