CONTROL FREAK

Ciao, sono Pietro e sono un maniaco del controllo.
Baso la mia autostima su quanta parte di mondo riesco a tenere d’occhio contemporaneamente. E quando l’inevitabile elemento a sorpresa emerge, quando il caos fa capolino dietro la sottile crosta di ordine con cui mi affanno a ricoprire la realtà, io crollo.
O meglio, barcollo. Ma non mollo.

Un sabato sera come tanti. Gli altri vanno a devastarsi, io vado a trovare mia madre. Che poi, a ben vedere, non c’è tutta questa differenza. La vecchia, poverina, non è che faccia la dolce vita, quindi aspetta che arriviamo noi per andare al ristorante, svagarsi, fare due chiacchiere coi “giovani”. Stavolta sono solo, perché dopo il ginocchio, lo stomaco e la testa, a Stefi è preso anche l’ascesso al dente. E non è il caso di muoverla.

Fritturina di pesce, le consuete commissioni, il noleggio di un recente film con Tom Cruise che ormai piace alle mamme settantenni più di quanto possa piacere a qualsiasi altro target group. Arrivati a casa, con aria distratta prendo la raccomandata dell’amministratore che mia madre mi ha tenuto da parte. Dentro c’è il verbale dell’ultima assemblea e i soliti consuntivi e preventivi delle solite spese condominiali. Ci pensi tu, mi dice. Ci penso io, le dico.

Poi, mentre scorrono i titoli di testa del film con Tom Cruise, mi cade l’occhio su un’anomalia. Gli altri condomini pagano cifre più basse, noi abbiamo, come dire… una cifra in più. Quella delle migliaia. Guardo meglio. 6807 euro. Virgola 80. SEIMILAOTTOCENTOSETTE. Tom Cruise con la pettinatura a banana, Tom Cruise con l’occhio di vetro. Tom Cruise che urla “Siegheil!” con la mano a moncherino. Su tutte queste immagini io vedo solo un’unica grande cifra a caratteri cubitali che lampeggia sullo schermo. SEIMILAOTTOCENTOSETTE.

Com’è possibile, mi chiedo mentre torno a casa. Come cazzo è possibile. Meno male che non l’ha vista lei, altrimenti andava in paranoia. Mille ipotesi si affacciano mentre sfreccio malamente in mezzo ai devastati della notte, ma solo una è quella giusta. Devo essermi semplicemente DIMENTICATO di pagare le spese condominiali. Ma per quanto? Due anni? E perché nessuno mi ha detto nulla? Si tratta di una prova, vogliono vedere quanto reggo sotto pressione. Non può essere che questo.

Una domenica passata a fare conti, a scartabellare documenti, bonifici, buste di plastica. Ed è proprio così. Come pensavo. Il 2007 e il 2008 semplicemente non esistono nel dossier “Condominio S. Adele”. Non ci sono mai stati. E il lunedì mattina, quando l’ansia e l’insonnia hanno fatto ampiamente il loro lavoro, la telefonata all’amministratore finalmente risolve. Ah, giusto lei, dice. Lo sa che l’ultimo bonifico l’abbiamo ricevuto a inizio 2007? Poi però non avete più dato vostre notizie. Neanche voi però, pigolo io a mia discolpa. Ma non c’è giustificazione che tenga. Le spese di condominio dovevano essere sotto controllo.

Vorrei, cazzo se lo vorrei, vivere in un mondo deve le spese di condominio, le tasse, le assicurazioni fossero concetti nemmeno lontanamente contemplati. Ma non è così. E un mondo caotico va controllato. Va ridotto ai minimi comuni denominatori. Va schematizzato. E possibilmente va predetto.

Fortunatamente, la mia analisi della predicibilità del comportamento dell’amministratore non è corretta. Accetta anche comodi pagamenti rateali.
L’importante, dice, è sapere che l’intenzione di pagare c’è.
E il caos ritorna a nascondersi, almeno per qualche altro giorno.

Una risposta a “CONTROL FREAK”

  1. Tutta colpa della Nabucodonosor e dei ribelli che cercano di far salvare l’ordine della Matrice. Ne parlerò con l’Architetto questa sera stessa! 😀

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