THE WORK OF DIRECTOR MICHEL GONDRY

Una delle cose più fresche e interessanti che ho visto in questo inverno gelido è il DVD della serie Director’s Label dedicato a Michel Gondry. I lungometraggi realizzati da Gondry sono sicuramente sorprendenti (come può testimoniare chiunque li ha visti). Ma i corti, i videoclip, i commercial, i deliri visivi animati e non compresi in questo disco double-sided sono veramente una gioia per gli occhi. Sorvolando sugli ovvi video di Bjork, che tutti conoscono, ci sono un paio di esperimenti con i White Stripes niente male, poi ci sono i Chemical Brothers, Beck, e soprattutto il tormentone Around the World dei Daft Punk, in pieno stile Gondry (uno stile che, vedendo tutto il suo lavoro in un colpo solo, emerge chiarissimo in qualsiasi video su commissione)! Poi ci sono i corti, tra cui La lettre, capolavoro che ha vinto anche un paio di premi, e un ottimo documentario. Da collezionare, come ha fatto Marco, che si è comprato anche il disco dedicato a Chris Cunningham (più cupo e industrial) e quello di Spike Jonze (più "neorealista" e street-style).

IL MEGLIO DEL 2004 SECONDO ME

Una super Top 5 per il meglio dell’anno passato… 😉
Cominciamo con i libri letti
1. Il petalo cremisi e il bianco (Michel Faber)
2. Mele bianche (Jonathan Carroll)
3. Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa (JT Leroy)
4. La notte del drive-in (Joe R. Lansdale)
5. L’oscura immensità della morte (Massimo Carlotto)
Continuiamo con i film visti
1. Kill Bill (Quentin Tarantino)
2. Il ritorno del re (Peter Jackson)
3. Se mi lasci ti cancello (Michel Gondry)
4. Hero (Zhang Yimou)
5. Big Fish (Tim Burton)
…e concludiamo con la musica ascoltata.
1. American Idiot (Green Day)
2. Musicology (Prince)
3. Medulla (Bjork)
4. Real Gone (Tom Waits)
5. Fly or Die (N*E*R*D)

UN FILM COMPLETAMENTE AMORALE, FINALMENTE!

Vinto dal fervente entusiasmo di Sissi e Francesco, appena ho visto che nel locale Blockbuster noleggiavano La casa dei 1000 corpi di Rob Zombie me lo sono subito accaparrato. Come spesso succede nel caso di un film di cui mi hanno parlato in termini troppo positivi, non sono riuscito a farmi coinvolgere più di tanto. Nel senso che – come horror – il film di Rob Zombie è troppo citazionistico e videoclipparo per prendermi allo stomaco. Però di testa ti prende molto. La storia è la solita dei ragazzotti che finiscono preda di una famiglia di assassini e vengono falciati uno ad uno. Il tono del film è grottesco e in una certa misura molto dylandoghiano (dello Sclavi migliore, non del DYD annacquato degli ultimi anni). Rob Zombie ha frullato insieme Tobe Hooper, Marylin Manson, Russ Meyer, Brian Yuzna, gli EC Comics e Zio Tibia, i classici Universal –  il tutto condito con una bella iniezione di metal. Però a mio avviso, anche se le intenzioni erano buone, vedere gli originali (Hooper, Meyer e Yuzna in particolare) è sempre meglio. Comunque il film è abbastanza malsano, putrido, psichedelico, marcio, disturbante, sanguinoso da divertire un sacco. Torture e rasoiate a go-go e un finale delirante tra satanismo e rivelazione del personaggio che si nasconde nelle caverne sotto la casa dei protagonisti. Rob Zombie, nell’intervista, racconta dei suoi problemi a far uscire il film (ci ha messo 4 anni, è tutto detto). La frase migliore è "Alla fine la Warner non si è fatta problemi etici a far uscire il mio film. Loro sono d’accordo con tutto ciò che corrisponde al loro senso morale. Quindi, dato che il mio film è completamente amorale…" ;-))